Crucoli – L’intero territorio crotonese è stato flagellato per circa ventiquattro ore da raffiche di vento e pioggia che, seppure eccezionali, ancora una volta ne hanno evidenziato tutta la fragilità. Nel borgo antico, a due passi dal Municipio, nei pressi del castello e dalla cinta muraria circostante, all’altezza dell’area detta Coppa di guardia, si è staccata una slavina di fango mista a pietre costituente una frana di discrete dimensioni. Danni particolari hanno subito le colture e la viabilità interpoderale, che in alcuni tratti è interessata da lavori di manutenzione. Nella frazione Torretta le mareggiate impetuose hanno assottigliato ulteriormente la costa ed i lavori di scavo per la metanizzazione hanno contribuito dappertutto a complicare la viabilità urbana, per le numerose buche venute allo scoperto. In rione Barco le grate per la raccolta dell’acqua piovana sono ostruite ed il fango scende dalle colline e si riversa, puntualmente, sulla strada Provinciale conducente a Crucoli specie nel tratto dove si sta scavando per realizzare una cabina per l’erogazione del gas alle abitazioni. La strada statale “106” non è più affidabile, non solo nel tratto che interessa la frazione dividendola in due ma, lungo tutto il percorso che conduce a Crotone. Per gli automobilisti raggiungere il capoluogo di provincia è diventato sempre più rischioso soprattutto quando piove. L’asfalto liso e le innumerevoli buche accompagnano il viaggio di molti che percorrono la Nazionale anche più volte al giorno costretti a gimcane per deviare questi ostacoli mettendo  a repentaglio la propria e l’altrui vita. Chi ha buon senso non sorpassa, non corre, si incolonna per tutti i 50 chilometri e procede lentamente, guardando con sospetto il Neto sempre più ostruito, gonfio e minaccioso, percorrendo nel doppio del tempo quella che dovrebbe essere una strada europea i cui standard, che non ha assolutamente, sono irrisi con amaro sarcasmo su cartelloni che ricordano, con un teschio e confronti che non reggono, come questa si sia, purtroppo, guadagnata il nome di “strada della morte”.