
Briganti, Brigantaggio e Camicie Rosse è stato il tema del dibattito-spettacolo organizzato dalla sede lombarda dell’associazione Tutti per Crucoli in collaborazione con la Feiacc, Federazione italiana associazioni e circoli calabresi, e con l’associazione Calabro-Lombarda tenutosi presso il magnifico auditorium del plesso scolastico di Via Natta 11 a Milano, messo a disposizione dalla Provincia di Milano. Artefice dell’iniziativa Cataldo Russo, presidente dell’associazione ed autore di cinque brevi biografie che hanno come protagonisti nomi noti e meno del Risorgimento. “Scopo del dibattito-spettacolo - ha detto Russo - è quello di far emergere brandelli di verità e dissipare il più possibile la spessa coltre di bugie che hanno scandito in negativo la vita civile, la storia e lo sviluppo del Sud”. Il dottor Amedeo Vilardo, presidente della Federazione Italiana delle Associazioni e dei Circoli Calabresi, ha evidenziato “il peso e le responsabilità del nuovo governo nel costringere parte della popolazione della Calabria all’unica alternativa di diventare briganti” nonché “l’omissione da parte dei libri di storia nell’affrontare questo argomento, come se fosse un tabù” e il ruolo di scrittori quali Alessandro Dumas e anche calabresi quali Padula, Sirri, Selvaggi, Misasi che si sono ispirati alla figura dei briganti per le loro opere lasciando saggi notevoli sull’argomento. Salvatore Tolomeo, presidente dell’associazione culturale Calabro-Lombarda e consultore dell’Italia per la Regione Calabria, ha rivendicato l’urgenza di un nuovo Rinascimento Calabrese che, parta dalla Lombardia, regione in cui risiedono più di un milione di calabresi. Il professore Giovanni Palmieri, critico e docente di storia, ha parlato del “brigantaggio del nord, nato con motivazioni diverse da quello del Sud, ma che ha avuto tratti di ferocia e brutalità non dissimili da quelli di alcuni briganti meridionali ed ha ricordiamo la grande emigrazione veneta, friulana, ligure e piemontese sia verso l’Europa sia verso le Americhe, che rappresenta uno squarcio di verità su un fenomeno che il Nord sembra quasi voler rimuovere dalla propria coscienza e dalla propria storia.” Il dottor Giuseppe Romeo esperto di storia calabrese e meridionalista, si è soffermato sui costi umani ed economici che l’Unità del paese ha comportato. “In termini puramente ragionieristici, la conquista del Sud, perché di conquista si trattò, ha significato il tracollo economico del Sud perché si utilizzò pesantemente la clave della tassazione, con aumenti fino al 140%, per ripianare i debiti per le spese militari del Piemonte e per rilanciare l’economia delle regioni del Nord, costruendo strade, incrementando il trasporto, facendo grandi opere di bonifica e irrigazione.” Nel corso della serata è stata lanciata una petizione a favore dello scrittore Saverio Strati perché possa godere dei benefici della cosiddetta legge Bacchelli e sono state lette delle brevi pièces dal regista Filippo Pirrone e dallo stesso Russo accompagnati dalla musica del gruppo folk guidato dal musicista Claudio Sambiase.