esce il libro Per il mio paese di Stasi
Crucoli – In questi giorni è stato presentato, sul lungomare Kennedy, il libro di Serafino Stasi “Per il mio Paese” patrocinato dalla Regione Calabria, dalla Provincia di Crotone, dal Comune di Crucoli. Sovrintendente Capo della Polizia di stato a Genova Stasi ha pubblicato “Cara Questura”, “Grazie Polizia” che lo hanno fatto conoscere come “il poliziotto amico dei bambini” e “U paisu miu” patrocinato dall’Unicef, Comitato Regione Calabria, e dalla Provincia di Genova. Protagonista del volume “Per il mio Paese” è la nostalgia per la propria terra natia espressa attraverso le fotografie della Vintage photographic collection dello stesso Stasi, la riproduzione di dipinti, come quello ritrovato nel 1902 nel castello di Crucoli raffigurante la Madonna di Manipuglia, o i quadri, degli artisti Giuseppe Spina, Antonio Cersosimo, Marisa Bischetti, Antonio Sfortuniano, Italia De Simone, nonché dai versi poetici in dialetto di Gervaso Amodeo. Immagini e suoni che evocano ricordi, quelli dell’infanzia e degli affetti più cari, degli antichi mestieri e delle cose buone come il pane appena sfornato o i mazzetti di camomilla appena raccolta. Colori e profumi di paesaggi e luoghi a cui l’autore anela ritornare. La terra natia che ogni emigrante porta nel cuore e desidera riabbracciare è il tema portante del libro che contiene anche miniature orientali così come suggerito dalla filosofia trasmessa dal maestro Paramahansa Yogananda, a cui Stasi ha dedicato il volume. I diritti d’autore saranno, infatti, devoluti a favore della Self realization fellowship, casa madre internazionale di Los Angeles. “Leggendo il libro affiorano pensieri, sensazioni, desideri come fossero preghiere - dice Stasi - il sentimento ricorrente dell’accorata nostalgia diventa l’emblema del sentire comune: l’intento è quello di condividere la speranza del ritorno”. Intento che accomuna gli emigrati quali sono Stasi e Amodeo, “l’amico e compagno di scuola", attraverso i cui versi inediti Stasi riscopre e porta avanti valori antichi, acquisiti durante “l’infanzia vissuta in una terra che oggi è così diversa”, trasmessi da persone care che non ci sono più.