Presepi Rionali
TORRETTA DI CRUCOLI / Il termine Presepio deriva dal nome latino ‘praesepium’, che significa recinto chiuso o mangiatoia. L'origine del Presepe è legata alle Sacre rappresentazioni del Medioevo. Secondo la tradizione, ad esse si sarebbe ispirato San Francesco realizzando a Greccio, provincia di Rieti, nel Natale del 1223, il primo Presepe. La più antica rappresentazione del Presepe, in legno, risale dunque al 1200. Nel 1400 la tradizione si diffuse soprattutto nell'Italia centrale e meridionale. Napoli divenne il centro di una vera e propria arte che produsse opere in legno e in terracotta. L'arte del Presepe si diffuse in Spagna, Portogallo e in Francia, ovunque. Oggi viene realizzato in tutto il mondo con materiali diversi e ambientato nelle case accanto al focolare ed in luoghi particolari, come grattacieli e periferie di grandi città. Molte mostre vengono allestite ovunque ogni anno per rievocare il tepore creato dal bue e dall’asinello quella Santa Notte, e proprio per questi a Torretta di Crucoli, la popolazione non ha voluto essere da meno: come da qualche anno ormai, nei rioni della frazione, la gente ha voluto lasciare nelle varie strade un segno cristiano. I Presepi sono stati allestiti in via Mattia Preti, in Piazza Matteotti, in via Sibaris, in Piana Grande, nella zona dell’ex forno, sulla Statale Provinciale presso il Mobilificio Floriello, in collina nel rione Barco, presso la Villa Comunale, presso la Stazione ferroviaria, nella zona Vigne, all’imboccatura del Paese presso l’abitazione del sig. Mimmo Parrilla, in via Marina, presso l’abitazione del sig. Mario Pugliese, nella zona dell’ex Stazione dei Carabinieri, e ancora sulla Statale Provinciale presso l’abitazione del sig. Turco. Le capannine allestite sono state in totale ventidue, allietate dalle note della zampogna. Il Parroco di Torretta, don Antonio Salimbeni, che ha promosso l’iniziativa, non ne ha premiata una in particolare, poiché erano tutte belle, ma una nota di merito va a quello della zona Barco e a quello della Villa che erano animate da personaggi umani. Don Antonio ha così commentato: ‘penso che la comunità stia iniziando a pensare al Santo Natale come a una festa Cristiana, nella sua vera natura e nell'essenzialità di questo dono di amore che si perpetua ogni anno. Il tema dell'accoglienza, proposto dall’Arcivescovo e da noi adottato, è stato un segnale incisivo per tutti e credo che la disponibilità delle persone che vivono in questo paese abbia creato un clima sereno e uno spirito nuovo. La nostra comunità può dire di intraprendere sin da ora un cammino per raggiungere la gloria Divina che mi auguro nei prossimi mesi migliorerà e crescerà sempre di più.’ Piccoli segni che fanno grande una comunità.Adelaide Smurra