Crucoli – Si è svolta presso il museo Palopoli la serata “Nelle ombre di un sogno, storia e tradizione, riflessi nella modernità della moda” dedicata all’alta moda patrocinata dal Comune di Crucoli i cui protagonisti sono stati gli spettacolari vestiti realizzati dall’atelier di Nina Mancini. Madrina d’eccezione l’onorevole Flora Sculco che ha parlato dell’impegno profuso nel promuovere le aziende calabresi che meritano e che esprimono l’attaccamento e l’amore per la propria terra come quello mostrato dell’atelier, concetto ribadito dal sindaco Domenico Vulcano che ne ha lodato il lavoro costante e la professionalità. A fare gli onori di casa il presidente della fondazione del Museo professor Samuele Albanese e Laura Forlani Palopoli. Visibilmente emozionati ed orgogliosi della collezione Nina Mancini ed Emilio Mazzitello, madre e figlio che portano avanti la tradizione sartoriale di famiglia iniziata nel 1989 come attesta un cartello con foto d’epoca e scritta “La nostra storia rende i nostri abiti unici”: la storia di una famiglia legata alla produzione artigianale di abiti su misura realizzati dalle sapienti mani di Nina Mancini “sarta” di esperienza ed abilità indiscussa nel trasmettere emozioni attraverso i tessuti, che diventano vestiti che raccontano storie. Attività che il direttore creativo e stilista Mazzitello, impegnato nella progettazione delle collezioni d’alta moda e pret-a-porter, è riuscito a far conoscere ed apprezzare a livello internazionale come espressione del Made in Italy, anche attraverso il web per aver aderito al programma “Costruisci il futuro“ riservato alle eccellenze digitali dalla campagna nazionale di Unioncamere in collaborazione con Google. Alla presenza delle autorità civili e del direttore scientifico dell’associazione “Calabria-Roma-Europa”, Luigi Dell’Aquila, di un folto pubblico costituito non solo da turisti e residenti ma anche da molti giunti da tutto il comprensorio crotonese e dai paesi limitrofi, dieci bellissime modelle, con in testa i cappelli scultura di Steven's Hats e le acconciature realizzate da Piera Bossio hanno sfilato sul tappeto rosso posto lungo le suggestive scale e l’ingresso del Museo e fra i reperti custoditi nelle teche descritti dal maestro Elio Malena le cui figure femminili con copricapo, velo e mantello, risalenti alla prima metà del VI secolo a. C., hanno sottolineato il legame dell’atelier  con la storia della propria terra, con le origini, anche le proprie come attestato dai “percorsi emozionali” offerti ai visitatori con gli abiti più antichi realizzati insieme a quelli da sposa.